Più Amaro di cosi

Noto anche come ammazzacaffè, l’usanza di sorseggiare un bicchierino di liquore, risale a moltissimi anni fa quando, gli uomini appartenenti alle classi aristocratiche dopo un lauto banchetto, erano soliti spostarsi dalla sala da pranzo al salotto per
parlare di affari fumando sigari e gustando il bicchierino di alcolico atto ad azzerare
il miscuglio di sapori delle varie portate e a favorire la digestione.
Ma è proprio vero che l’amaro è in grado di migliorare il processo digestivo?
La verità sta nel mezzo!


Dopo aver bevuto l’amaro si nota in realtà un incremento della salivazione dovuto
alla stimolazione delle papille gustative che, in effetti, dà la sensazione di una
digestione già avviata. In realtà il tasso alcolico degli amari, che generalmente è del
30-35%, provoca l’irritazione delle pareti dello stomaco rallentando così lo
svuotamento gastrico.
Dunque, se da un lato le erbe come liquirizia, finocchietto e foglie di alloro


stimolano la produzione di succhi gastrici dall’altro, l’alto tasso di etanolo provoca
l’annullamento degli effetti digestivi. La migliore indicazione per non rinunciare al
gusto di un ottimo amaro e allo stesso tempo favorire il processo digestivo è quella
di abbassare leggermente la gradazione alcolica della bevanda.


Come?
O bevendo direttamente l’amaro Rupes che ha una gradazione del 28%, oppure
aggiungendo qualche cubetto di ghiaccio o qualche goccia di acqua frizzante… che
poi si sa, le bollicine… rendono tutto più piacevole!

Un amaro dal cuore tenero

Che sia a temperatura ambiente o refrigerato con cubetti di ghiaccio, l’amaro resta una buona scusa per interessanti incontri di lavoro e non solo. A casa, al bar o come “ammazzacaffè” dopo un lauto pranzo al ristorante, la bevanda alcolica alle erbe rientra a
far parte di quella categoria di buoni pretesti per poter dare luogo ad un breve momento di meritato svago.


Ma quali sono gli ingredienti di un amaro e qual è il miglior modo per servirlo?
Tra i vari ingredienti di un liquore alle erbe, fondamentali sono appunto “le erbe” che, tramite un processo di estrazione in soluzione alcolica, possono essere miscelate insieme alle altre componenti (acqua, alcole, zucchero, fragranze naturali), in modo da equilibrare
tutti gli aromi.

Finocchietto selvatico, foglie di alloro, liquirizia calabrese sono solo alcuni degli elementi che andranno a creare un amaro dal sapore inconfondibile e dal gusto deciso. In particolare, è nostra tradizione utilizzare un’eccellenza di Calabria: la liquirizia.
Appartenente alla famiglia della Leguminosae, la liquirizia, nota scientificamente come Glycyrrhiza Glabra, è presente in natura sotto forma pianta sempreverde dalle radici marroncine che, lavorate da sapienti mani artigianali, rilascia un estratto liquido dal sapore dolce e dal gusto unico e raffinato.  

Solo l’esperienza e la tradizione fanno si che, il cuore di liquirizia pura, venga miscelato ad arte con gli altri ingredienti che andranno a comporre una bevanda unica nel suo genere. Consumato generalmente dopo pranzo, per favorire il processo digestivo, l’amaro va servito ad una temperatura tra i 12 e i 17° oppure per chi lo preferisce, con due o tre cubetti di ghiaccio. Sarebbe inoltre opportuno abbellire il
bicchiere con dei rametti o delle foglie purché siano in linea con il gusto dell’amaro richiesto.
Insomma da soli o in compagnia, freddo o ghiacciato l’amaro resta un’ottima occasione per fare una breve pausa e gustare un prodotto, ovviamente nelle giuste quantità, al gusto
forte e raffinato.